Dall'edizione 2019-2020 sarà possibile richiedere di aggiungere alle normali attività del Flumina Tour,

anche un'appendice tutta dedicata alla plastica prodotta nel ciclo dei rifiuti solidi urbani:

RIPLAST LAB ... un problema di inquinamento che vede i fiumi vettori di questi inquinanti verso i mari.

 

 Eppure quando si parla di plastica sarebbe meglio parlarne al plurale perché ce ne sono centinaia di tipi diversi.

 Quelle usate per gli imballi dei prodotti sono invece non più di 10. Solo queste dieci rappresentano però la maggior

 parte delle plastiche che risultano dal ciclo urbano dei rifiuti solidi; sono quindi 10 volte di meno, ma ugualmente

 il loro trattamento rappresenta un ostacolo quasi insormontabile da superare nei seguenti punti 2 e 3

 del sottostante grafico:

Questo tipo di plastiche (in Europa l'88% non riusciamo a ricollocarle nei cicli produttivi)

che possono diventare responsabili dell'inquinamento di corsi d'acqua ed oceani e della formazione

di enormi isole di materiali plastici finemente sminuzzati nelle aree oceaniche, detti anche "Gyres".

 

Queste isole, che hanno spesso superfici di centinaia di miglia di chilometri quadrati, si formano nelle aree marine

che sono meno interessate dalle correnti oceaniche che ne rimescolano le acque

e quindi diventano dei depositi stabili a cielo aperto di materiali plastico disperso

in acqua proveninente anche da luoghi molto lontani. 

 

Alcune di queste "isole" di plastica sono ormai presenti anche nel mare Mediterraneo:

ne è stata recentemente censita una nel Mar Tirreno, nel braccio di mare che separa la Corsica dall'Isola d'Elba

in quello che è conosciuto anche come... il Santuario dei Cetacei.

Questa Gyres è formata dalle platiche provenienti dalle coste italiane del Tirreno dalle coste delle isole Corsica

Sardegna e Sicilia e dalle coste francesi sul Mediterraneo.

 

Nonostante il fatto che queste formazioni siano potenzialmente letali per le forme di vita marina,

dato che interferiscono pesantemente nella loro catena alimentare... fino ad arrivare nel piatto dell'umanità,

attualmente non si può fare molto per rimuovere questi rifiuti, dato che il loro riciclo è praticamente impossibile

e quindi l'operazione di pulizia risulta costosissima, e quindi antieconomica.

 

Si può invece puntare alla prevenzione evitando che le plastiche finiscano nei mari attraverso le acque dei fiumi

che confluiscono nel mare. Ma per arrivare a questo è necessario attribuire un valore alla plastica ed anche

un valore alla sua assenza nei corsi d'acqua e bacini lacustri e marini.

Per saperne di più:

http://www.etabetaonlus.org/index.php?option=com_content&view=article&id=1655:plasticopoli&catid=21:ambiente-salute-sicurezza&Itemid=146&lang=it