Archivi danneggiati / archivi sottovalutati

Di solito quando un evento idrogeologico colpisce lo fa in un'area delimitata - grande o piccola che sia - anche molto duramente ma con modalità ed effetti che sono largamente previsti e prevedibili. I danni si misurano sulla base del battente idraulico*, ovvero della quantità di acqua che fuoriuscendo dall'alveo invade aree limitrofe che di fatto ridiventano per alcuni giorni o solo poche ore l'antica golena fluviale. L'intensità dei danni materiali potenziali dipendono in gran parte dalla quota raggiunta dal battente idraulico: più acqua c'è più energia cinetica si sviluppa, soprattutto determinata dalla velocità della corrente; ed anche dopo il passaggio della piena la magnitudo idraulica appare evidente negli effetti più o meno devastanti che si lascia dietro su cose e strutture. E numero di morti.

Quando i danni sul terreno riguardano i beni culturali la perdita assume molto spesso un carattere di irrimediabilità; sì proprio quando a cadere sono le vite umane... anche se -ripetiamoci- i danni e le modalità di eventi idrogeologici possono essere previsti perché colpiscono in modo geograficamente circoscritto e caratteristico.

La notizia che gli archivi depositati da alcuni comuni toscani sono andati a mollo con l'evento alluvionale che ha interessato Campi Bisenzio e la piana del basso Bisenzio è sconcertante. Ci sono gli archivi dei Comuni di Agliana, San Marcello Pistoiese dal XV secolo in poi, le Decime di tutta la Montagna Pistoiese, quelli dei Comuni di Prato, Pistoia, Castelfiorentino, Sinalunga, Torrita di Siena, Pelago** San Marcello, Marliana e molti altri.

I protocolli di sicurezza per questi materiali prevedono ambienti appositi al chiuso e spesso in atmosfera controllata, prevedono anche che vengano conservati in luoghi al sicuro da eventi naturali o di natura umana che li potrebbero mettere a repentaglio, soprattutto rispetto alle quote dei battenti idraulici previsti. Anche questa volta le cose non sono andate così; adesso bisognerà valutare i danni e sperare che questo patrimonio non venga perduto.

Il paradosso è che questi materiali -sono beni archivistici, per loro natura sono quindi mobili- si sarebbero trovati a Campi solo temporaneamente, per effettuarne l'inventariazione... La domanda è: la decisione del trasferimento, l'individuazione degli spazi e la loro tipologia di stoccaggio sono stati seguiti i protocolli di sicurezza prescritti dalla Sovrintendenza e dal Ministero dei Beni Culturali?

Ha senso prevedere lo stoccaggio a lungo termine di materiali archivistici (beni culturali ai sensi degli articoli 2, 10 ed 11 del Codice dei beni culturali e del paesaggio (d.lgs. 42/2004) in un'area geografica di confluenza fluviale delimitata a Ovest dal fiume Bisenzio (esondato) e dal torrente Marinella suo affluente? Ovviamente no,

Questo pare assodato.

 

* quella quota coincide con la sottile linea scura -o fascia- che macchia irrimediabilmente i muri degli edifici delle aree colpite da un fenomeno alluvionale. 

** fonte: La Nazione, Prato, 7 novembre 2023